
Piano cottura a induzione: più vantaggi che difetti
Elettrodomestici per la cucina: il piano cottura a induzione
Accattivante per l’assenza dei tradizionali fornelli, elegante nella sua superficie piatta e lucida, solitamente nera, agile, la cucina a induzione è consigliabile anche per quanto riguarda i consumi. Infatti consente di disperdere pochissimo calore, garantendo un rendimento superiore, pari al 90% del calore prodotto, rispetto alla cucina a gas.
La cucina a induzione non si alimenta a gas, ma con l’energia elettrica. Tuttavia non è una cucina elettrica, perché sfrutta un campo elettromagnetico. La pentola infatti viene posata sulla piastra, che non sarà di ghisa come nelle cucine tradizionali, e un induttore elettrico genera il campo magnetico a media frequenza che passa attraverso il piano di cottura in vetroceramica e crea il calore che riscalda il fondo delle pentole: questa è l’induzione.
La vetroceramica è ricavata da vetri definiti instabili. È un materiale che viene riscaldato fino a completa devetrificazione. Altre procedure rendono la vetroceramica resistente alla dilatazione termica, resistente anche a 800°, infrangibile, immune a quasi ogni agente corrosivo.
Il piano cottura a induzione fa evitare il ricorso al gas. La cucina a induzione invece sfrutta le correnti chiamate di “Focault”, che è il nome dell’inventore. Il calore prodotto si sprigiona solo a contatto con la pentola e solo in essa. Questo è un metodo sicuro, perché non implica fiamme e non si corre il rischio di una scottatura toccando la piastra. Questa caratteristica fa evitare le incrostazioni, poiché il cibo caduto dalla pentola non brucia a contatto col piano cottura.
L’elettro-magnetismo rende la cottura assai più veloce rispetto a un piano tradizionale. Le cucine a induzione sono più ecologiche, perché possono essere alimentate da un impianto fotovoltaico. Il sole dunque potrà non solo riscaldare la casa, ma anche far funzionare il piano cottura a induzione. Questo impiega solo 5 minuti per riscaldare due litri di acqua e non disperde calore. E si spegne automaticamente quando si alza la pentola, perché si interrompe il campo magnetico. È anche possibile controllare la temperatura della cucina a induzione, soprattutto se si dispone di una centralina digitale con display a LCD. La cucina a induzione comporta l’assenza di fughe di gas, quindi non sono necessari nella stanza i due fori perimetrali obbligatori per le cucine tradizionali.
Indicate sono le pentole su cui sia indicato che sono adatte per cucinare a induzione o con fondo in acciaio inox. Ma esiste un metodo per verificare se la pentola è idonea alla cottura a induzione: occorre accostare un magnete alla pentola, se viene attirato molto probabilmente la pentola è adatta a questo tipo di cottura.
Gli svantaggi sono rappresentati dal costo iniziale della cucina e dalla potenza elettrica, che in Italia solitamente non è superiore ai 7 kw. Quindi è necessario fare domanda alla compagnia di energia. Certo si può rimanere vittime di un blackout, ma l’ideale sarebbe l’alimentazione dalla cucina attraverso energia rinnovabile, cioè utilizzando un impianto fotovoltaico.
Un dubbio è rappresentato dall’incertezza circa la capacità di nuocere alla salute umana da parte dei campi elettromagnetici formati dal piano cottura. Per ora non esistono studi specifici sugli effetti a lungo termine causati sulla salute dalle cucine a induzione. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità riguardo ai campi magnetici di media frequenza non vi sono indicazioni convincenti circa stimolazioni muscolari e nervose. Nel caso dei pace-maker unipolari però si devono considerare anche le correnti derivate, quindi a persone interessate da pace-maker unipolari si consiglia di non toccare a lungo pentole e mestoli in metallo. Ma un corretto uso delle cucine a induzione riduce al minimo la probabilità che esse provochino una disfunzione dell’impianto.
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